Dieta di privazione e l’importanza di scegliere un centro di eccellenza

La prima domanda che ti ronza in testa appena ti viene detto che hai la Snas è: “E adesso a cosa dovrò rinunciare?“. La lista purtroppo è lunga e le insidie sono molte quando si parla di prodotti industriali. La mia fortuna è stata probabilmente quella di vivere a Roma e di avere un fidanzato prossimo alla laurea in medicina che mi ha indirizzata al reparto di allergologia del Policlinico Agostino Gemelli. Il direttore sanitario del reparto è il professore Domenico Schiavino, pioniere degli studi sulla Snas qui in Italia. Una persona disponibile ed attenta, che tramite il suo staff, è riuscita a farmi pesare un po’ meno questa croce.

La dieta che mi è stata data nelle 4/6 settimane di disintossicazione è stata dura, ma seguirla alla lettera, senza cedimenti (lo so, è difficile, tenendo conto che per me, tra l’altro, ha coinciso con il periodo pasquale 😀 ) è l’unica via per stare meglio e fare un grosso passo verso la diagnosi. Premetto che l’incontro con il medico è imprescindibile, e io non posso e non intendo sostituirmi a quello che vi verrà detto o vi è già stato detto, ma vorrei comunque riportarvi qui di seguito la dieta che mi ha salvata dall’orticaria e dalle coliche ormai quotidiane.

VERDURE: radicchio, indivia, songino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole.

FRUTTA: anguria, melone, agrumi, pesche, banane, fragole (con moderazione, per l’alto contenuto di istamina), uva.

LATTE E LATTICINI (a condizione che non vi sia un concomitante malassorbimento di lattosio). Ebbene, io l’ho sviluppato e vivo grazie ai formaggi senza lattosio e a quelli stagionati. Scriverò un post a parte, l’intolleranza al lattosio nella maggior parte dei soggetti affetti da Snas si sviluppa come conseguenza del danneggiamento delle pareti intestinali. Latte e latticini, si sa, non sono facilmente digeribili da tutti e avere un intestino già irritato complica la situazione. Per il nichel, evitate solo i formaggi affumicati o addizionati con coloranti, emulsionanti, e via dicendo.

FARINA 00, SEMOLA DI GRANO DURO (in assenza di malattia celiaca), FARINA E AMIDO DI RISO.

RISO (no integrale o misto a cereali), PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO (non integrale), PASTA FRESCA CON FARINA 00

CARNE di qualunque tipo (da evitare solo le carni confezionate, tipo Simmenthal). Attenzione ai salumi, cercate di preferire prosciutto crudo e bresaola, tagliati al momento. Evitate quelli molto lavorati.

PESCE: tutto ad eccezione di crostacei, molluschi, platessa (e relativa famiglia). E di quello in scatola.

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA, OLIO D’OLIVA OLIO DI RISO (non conservati nella latta, meglio se spremuti a freddo. Non fritti.)

LIEVITO DI BIRRA e BICARBONATO con CREMOR TARTARO come agenti lievitanti. (Comprate il cremor tartaro puro in farmacia o assicuratevi che quello del supermercato non sia addizionato con amido di mais, difosfato disodico, stabilizzanti, aromi..)

Ovviamente via libera al sale e allo zucchero (anche di canna).

Il consumo di UOVA va limitato fortemente, perché, tra i cibi di origine animale, sono quelle con maggior contenuto di nichel.

CONSIGLI PRATICI: per la cottura sapete probabilmente che l’acciaio inox 18/10 è bandito, infatti in cottura rilascia nichel negli alimenti. Quel 10 sta proprio ad indicare la percentuale di nichel presente. I materiali consentiti sono i seguenti: vetro pirex, alluminio puro, carta forno, ceramica non smaltata, silargan e teflon. Ma magari andate ancora oltre e cercate le certificazioni apposite per i metalli pesanti.  Utilizzate plastica, legno o nylon per gli utensili da cucina,  plastica o acciaio 18/c per le posate e il vetro o la plastica per conservare i cibi.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua del rubinetto a scopo alimentare è sempre opportuno far scorrere l’acqua per qualche minuto, soprattutto al mattino, prima di usarla. Il nichel si accumula nei tubi.

Anche il fumo è da evitare, al massimo limitatevi a 3-4 sigarette al giorno. Potrebbe essere la scusa buona per smettere di fumare, no? 😀

Banditi anche gli integratori multivitaminici.

Discorso a parte va fatto, come accennato sopra, per tutti quegli alimenti confezionati nei contenitori di metallo e/o addizionati con grassi vegetali, conservanti, coloranti, emulsionanti, e via dicendo. Da evitare come la peste!

Di seguito invece la Black List, come la chiamo io 😀 , la lista dei cibi che purtroppo non possiamo toccare:

  • ALBICOCCHE
  • ANANAS
  • ARACHIDI
  • ARAGOSTA
  • ASPARAGI
  • AVENA
  • AVOCADO
  • BROCCOLI
  • CACAO
  • CAROTE
  • CAVOLI
  • CIPOLLE
  • FAGIOLI E FAGIOLINI
  • FARINA E PANE DI GRANO INTEGRALE
  • FICHI
  • FUNGHI
  • GRANO SARACENO
  • LATTUGA E CAPPUCCINA
  • LENTICCHIE
  • LIEVITO CHIMICO IN POLVERE
  • LIQUIRIZIA
  • MAIS
  • MANDORLE
  • MARGARINA
  • MITILI
  • NOCE e NOCE MOSCATA
  • NOCCIOLE
  • OLI VEGETALI diversi da quelli consentiti
  • OSTRICHE
  • PATATE
  • PERE
  • PISELLI
  • PLATESSA
  • POMODORI
  • PRUGNE
  • RABARBARO
  • SOIA
  • SPINACI
  • TE’
  • UVA PASSA

Mancano molti cibi all’appello. Non esistono infatti degli studi definitivi e certi sulle quantità di nichel di ogni cibo esistente. Molto dipende dai terreni nei quali sono stati coltivati o dalle lavorazioni industriali. Diciamo che tutti i cibi assenti nella Black list potrete introdurli dopo il periodo di disintossicazione, testando la vostra individuale tollerabilità.

In conclusione, se avrete pazienza e tenacia, starete meglio! Magari non la prima settimana di dieta, ma i benefici arrivano eccome. Instaurate un rapporto di fiducia con il vostro medico e non fatevi problemi a chiedere qualsiasi cosa vi venga in mente.

Eccoci qua!

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Sarei ipocrita a dire che la Snas (Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel) è una patologia che poco influisce sulla vita quotidiana di noi allergici. Influisce eccome. Ritrovarsi da un giorno all’altro a non poter più mangiare determinati cibi, a dover cambiare il servizio di pentole e a sentirsi smarriti quando ci si trova fuori casa e si cerca un posto in cui mangiare non è una passeggiata.

Ci sono passata circa sei mesi fa, quando, dopo un anno di malesseri, mi hanno finalmente diagnosticato la Snas. I miei sintomi spaziavano dalla cefalea, ad un senso di stanchezza cronica perenne, dal gonfiore addominale ai dolori e alla diarrea, per finire con l’orticaria, il gonfiore alle mani, ai piedi e al volto e l’aftosi orale.

Ma cos’è questa benedetta Snas? E’ risaputo che non esiste una sensibilizzazione orale al nichel senza una pregressa sensibilizzazione da contatto. Il primo passaggio è quindi il patch test, che deve risultare positivo, appunto, per il nichel solfato. Se quindi, oltre all’allergia da contatto a questo metallo, avete anche sintomi a carico di vari organi ecco molto probabilmente la Snas.

Il percorso diagnostico però è tutt’altro che semplice e veloce. Dopo il patch test positivo è necessario seguire una dieta di privazione della durata di 4/6 settimane e il miglioramento dei sintomi sistemici deve essere almeno del 70%. Se starete meglio si procederà con la provocazione orale, cioè con la somministrazione di dosi crescenti di nichel per individuare la soglia di tollerabilità e per dimostrare definitivamente e con certezza la diagnosi.

C’è una predisposizione genetica alla base dell’allergia, e una maggiore prevalenza del sesso femminile rispetto a quello maschile.

Quindi, armiamoci di pazienza e godiamoci la vita! Anche senza pomodoro…(e non solo).

Avete voglia di condividere con me la vostra esperienza?

Nel prossimo post vi parlerò della dieta che mi ha salvata e della mia esperienza al reparto di allergologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

Un abbraccio! 🙂

Alessia