A volte ritornano… :D

Eccoci! Ed ecco il nuovo video spot di Blomdahl! Ve ne avevo parlato qualche post fa 🙂 Mi ha fatto sorridere, e ho pensato a tutte le volte che mi hanno rassicurata sulla presenza di nichel nella peggio bigiotteria 😀 Un taglio della testa forse è eccessivo, ma… Che nervi! Quindi apprezzo davvero tantissimo le aziende serie che certificano i propri prodotti.

Avete già scritto la letterina a Babbo Natale? 😀 😉

 

Dubbi leciti!

Ho pensato di raggruppare in questo post alcuni dei dubbi che avevo anche io all’inizio di questa “avventura”. Spero vi sia utile 🙂
“PUO’ CONTENERE TRACCE DI…”
(…soia, frutta a guscio, e altri alimenti a noi vietati). Quando leggete questa frase al termine degli ingredienti indicati su un cibo confezionato, sappiate che NON è un problema! Le aziende avvisano i consumatori riguardo l’eventuale involontaria contaminazione di quel prodotto con quei cibi, che potrebbe essere pericolosa per un soggetto allergico (da shock anafilattico) al singolo alimento. Non significa che in quel determinato prodotto confezionato è stata aggiunta soia, e via dicendo. Mangiate sereni.
TESSUTI
Il nichel è impiegato anche come fissante nei tessuti scuri di abbigliamento, soprattutto nelle fibre sintetiche. E’ quindi preferibile utilizzare tessuti di colore chiaro, e di materiali naturali, come ad esempio cotone, lino, seta e viscosa. I colori più problematici sono il nero e il blu. Lavare sempre con cura e con detersivi nichel tested gli abiti appena acquistati, poiché vengono sottoposti a trattamenti chimici prima di essere messi in commercio.
FARMACI
Nei farmaci la quantità di nichel è trascurabile. Quindi anche il fatidico amido di mais tra gli eccipienti, non vi ucciderà. Se avete fastidi lo stesso, è sempre possibile chiedere al vostro medico di base di prescrivervi lo stesso principio attivo di altra marca, magari senza amido di mais o altri ingredienti potenzialmente problematici per noi. I farmaci spesso sono necessari, non assumerli per paura del nichel non è razionale, perché andate incontro al rischio più grande di mettere in pericolo la vostra salute, alla quale dovete pensare in maniera globale.
GIOIELLI
Il nichel si trova nella bigiotteria di metallo, nella maggior parte dell’oro bianco e nell’argento non puro. Scegliete gioielli in oro giallo, oro rosa, titanio, acciaio chirurgico, plastica medica. Se dovete optare per l’oro bianco, acquistate quello al palladio, che è composto, appunto, da una parte di palladio al posto del nichel. Il materiale più sicuro in assoluto è la plastica medica. Potete “salvare” un gioiello a cui siete affezionati sottoponendolo a rodiatura con un metallo senza nichel, ma dovrete ripetere l’operazione nel corso del tempo. In estate la pelle è più sensibile al contatto con i gioielli e la bigiotteria per via del sudore, quindi è buona norma non indossare per troppo tempo orecchini, collane e bracciali, anche se di materiali idonei.
TETRAPAK
E’ un materiale idoneo per la conservazione dei cibi: tra lo strato in alluminio e gli alimenti c’è una pellicola trasparente protettiva.
SHOCK ANAFILATTICO: «grave reazione allergica a rapida comparsa che può causare la morte».
CHIARIAMO: la Snas, essendo un’allergia di tipo ritardato e da accumulo, NON comporta lo shock anafilattico. Rischio invece che corrono i soggetti allergici ad uno specifico alimento, farmaco, o insetto.
TATUAGGI
Fateli solo dopo aver ricevuto rassicurazioni a riguardo dal tatuatore che avete scelto, rivolgetevi a professionisti seri. E sappiate che in linea generale il colore nero contiene meno sostanze problematiche per i soggetti allergici.
Fatemi sapere se gradite che approfondisca qualcuno di questi aspetti o se avete altri dubbi 🙂

Orecchini Blomdahl! Belle senza nichel ;)

Buon pomeriggio carissimi! Oggi vorrei parlarvi di una scoperta, almeno per me, entusiasmante! Gli orecchini senza nichel del marchio Blomdahl.

Come è indicato sul sito, gli orecchini in questione sono creati, in collaborazione con dermatologi, in due materiali: plastica e titanio medicale. Davvero senza tracce di nichel, quindi sicuri. Non ricordo infatti, ahimè, l’ultima volta in cui ho comprato e indossato orecchini senza avere poi conseguenze poco piacevoli. A patto di non optare ovviamente per materiali pregiati, ma anche molto costosi. Infatti, anche se esiste una normativa europea che impedisce di superare una determinata soglia del metallo nella creazione dei gioielli, i soggetti più sensibili possono comunque avere reazioni, un po’ come nel caso dei cosmetici, di cui abbiamo già parlato.

Ma veniamo a questi orecchini “bellerrimi” 😀 Vi riassumo le caratteristiche principali:

  • 7 collezioni disponibili, ce ne sono davvero per tutti i gusti, quindi si può variare spesso in base al look 😉
  •  Clean Pack: ogni paio di orecchini è contenuto in una confezione igienica e sigillata, quindi nessuno può provarli prima del vostro acquisto.
  • Prezzo contenuto: si parte dai 15 euro circa!
  • Ideali come primi orecchini (la prima sensibilizzazione nei confronti del nichel avviene tramite la foratura dei lobi con orecchini non adatti).

 

Io sono un po’ un caso disperato e posso dirvi che anche tenendoli indossati tutto il giorno, nonostante il caldo estivo, non ho avuto alcun fastidio! Nessun rossore, nessun prurito, niente di niente! Sono tra l’altro una bella idea regalo, ve li straconsiglio. Li trovate nelle farmacie più fornite (scrivete una mail sul sito ufficiale per conoscere i punti vendita vicino a voi), e da poco sono acquistabili anche online su Amazon!

Di seguito qualche foto 😉

 

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Ristoranti e nichel

Lo so, sembra scontato da dire, ma anche noi soggetti affetti da Snas avremmo voglia di goderci una serata al ristorante senza troppi pensieri. Sembra, ma non lo è, dal punto di vista dei ristoranti! Per i celiaci esistono ormai i circuiti certificati, per gli allergici ai singoli alimenti l’obbligo dei ristoranti di essere informati e di indicare sulle etichette i possibili allergeni. E non dimentichiamoci dei vegani, per i quali sono stati pensati menù ad hoc. E noi?  Mangiare prima a casa e poi uscire? Ma anche no!

Io sono una “rompiscatole” e sono qui per darvi alcuni consigli basati sulla mia esperienza personale.

  1. La maggior parte dei ristoranti non conosce la nostra patologia, o pensa che il nichel sia responsabile unicamente di dermatiti da contatto come reazione a bigiotteria, trucchi, e via dicendo. Ergo, portate sempre con voi i fogli che vi hanno lasciato in ospedale, possibilmente con il timbro dello stesso o un’intestazione, per dimostrare che esistete per la medicina 😀 E contattate in anticipo chi di dovere per trasmettere la lista dei cibi, proibiti e vietati, con le indicazioni per la cottura , così eventualmente da discuterne insieme e non creare panico in cucina il giorno in cui magari siete invitati ad un evento o avete il famoso pranzo di lavoro, o semplicemente volete concedervi una serata in compagnia senza cucinare. (Non credete agli chef, anche rinomati, che vi assicurano di conoscere la problematica, e non fidatevi nemmeno degli amici o dei conoscenti che si prestano a divulgare il vostro materiale alla cucina, pensateci voi in prima persona. Fidatevi 😀 )
  2. Se vi arrivano piatti sbagliati, rimandateli indietro. Lo so, pare brutto, ma se non ci prendiamo sul serio nemmeno noi, perché dovrebbero farlo gli altri?
  3. I posti tutto sommato più semplici da gestire sono le pizzerie. Basta sincerarsi del tipo di farina, del lievito e dell’olio utilizzato e poi il condimento è a vostro piacimento. La cottura a legna non ci deve dare pensieri, poiché la pizza non appoggia su materiali problematici e la cottura ,con correlata dispersione di fumo, è brevissima e non paragonabile alla cottura, per noi proibita, alla brace, ad esempio. Per quanto riguarda invece il forno elettrico, non sarebbe male chiedere l’uso della carta forno, ma possiamo passarci sopra, sempre considerando la cottura relativamente breve, il fatto che la farina non è un cibo acido e che la cottura al forno è comunque più salutare di quella in padella, a parità di materiali usati. Da non sottovalutare nemmeno i ristoranti giapponesi, se optate per il famoso sashimi o nigiri con pesce consentito. Mi raccomando, niente soia, alghe e wasabi 😀
  4. Se al ristorante non volete comunicare il vostro problema, optate per piatti semplici e non cotti: ad esempio prosciutto crudo e formaggi, prosciutto crudo e melone, bresaola con olio, rucola e scaglie di parmigiano, carpaccio o tartare di carne o pesce, oppure per la cottura al forno di carne e pesce con l’ausilio della carta forno, che ci salva quando i ristoranti non hanno pentolame adatto a noi, poiché isola il cibo dal materiale sottostante. E che ne dite per finire di una bella macedonia? O di un sorbetto?
  5. Cercate di stare sereni, la mente aiuta. Potete sempre portare con voi qualche farmaco per tamponare l’incidente di percorso. Ma ricordate il punto 2 😉

 

Dobbiamo vivere anche noi, no? Mentre aspettiamo maggiori tutele… 😉

Le etichette ingannevoli: il famoso “nichel free”

Vi sarà capitato più di una volta di imbattervi in prodotti che presentavano la dicitura “nichel free”, o ancora peggio nel dialogo con qualche commessa che vi avrà rassicurato sul fatto che i prodotti di una certa marca “non contengono nichel”.

Dov’è la fregatura? Proprio in quel “free” e in tutte quelle rassicurazioni sulla totale assenza del metallo.

Infatti l’ubiquità del nichel lo rende presente sempre e comunque in tracce, l’unica certezza che possiamo avere è quella contenuta nella dicitura, corretta, “nichel tested”, che sta ad indicare la presenza del metallo sotto una determinata soglia, già stabilita per legge, dopo accurati studi di laboratorio sul prodotto finito. Soglia che, nella maggior parte dei casi, non dovrebbe creare irritazione nei soggetti allergici.

Il nichel non è mai, quindi, un ingrediente aggiunto nei cosmetici. Di conseguenza, affermare che un determinato prodotto è privo di nichel è quantomeno fuorviante. Non lo troverete mai in mezzo ad un elenco di ingredienti!

Spesso si tratta di tecniche (subdole) di marketing o di tentativo, addirittura, di screditare un prodotto avversario sprovvisto della famosa dicitura.

Quindi prestiamo massima attenzione e fidiamoci solo dei prodotti “nichel tested”.

Invece possiamo stare assolutamente tranquilli quando utilizziamo cosmetici testati contenenti ingredienti vietati per la patologia sistemica; visto che non dobbiamo ingerirli, almeno si spera 😀 , non è il caso di preoccuparsene.

“Eccomi! Eccomi! Mi sedio qua, mi sedio, c’ho una fame paurosa che… Ma cos’è sta roba?”

Buona sera a tutti! Lo so, sono stata molto assente e me ne scuso, sono successe parecchie cose che mi hanno tenuta distante dal pc e sono ancora in atto diversi cambiamenti nella mia vita! E allora, timidamente, alla Fantozzi maniera, ritorno, e non potevo non farlo con questa ricetta: una pastiera di riso low nichel e lactose free, in tempo in tempo per questa Pasqua, anche se purtroppo non molto felice a causa degli avvenimenti drammatici di questi giorni.

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Ecco la ricetta:

Per la frolla: 400 grammi circa di farina 00, 100 ml di olio di riso, 100 gr di zucchero, 2 uova, scorza di limone, 5 grammi di cremor tartaro e 2/3 di bicarbonato.

Per il riso: 500 ml di latte di riso, 150 gr di riso carnaroli.

Per la crema senza uova (volevo renderla più leggera): 1 litro di latte di riso, quattro cucchiai rasi rasi di zucchero, sei cucchiai rasi di farina o amido, scorza di limone, bacca di vaniglia a piacere.

In una ciotola rompete le uova e mescolatele con lo zucchero , aggiungete l’olio a filo, il lievito, la scorza di limone e alla fine la farina, poco alla volta. Impastate e formate una palla che andrà in frigo, avvolta nella pellicola trasparente, per almeno un’ora. Mettete a bollire in una pentola il latte di riso e versateci il riso ,che farete cuocere fino al completo assorbimento del latte, circa mezz’ora. Il riso deve risultare ben cotto. Io ho allungato con un pochino di acqua. Girate più volte per evitare che si attacchi sul fondo della pentola. In un’altra pentola mettete la farina con lo zucchero e aggiungete il latte a filo mescolando. Aggiungete anche la scorza ed eventualmente la bacca di vaniglia e ponete sul fuoco a fiamma bassa la crema fino a suo addensamento. Non esagerate perché poi raffreddandosi si compatterà molto. A cottura ultimata spostatela in una ciotola e fatela raffreddare. Quando tutti gli ingredienti sono freddi, stendete la pasta frolla,bucherellatela (lasciatene da parte un po’ per le strisce e fate i bordi abbastanza alti ) e riempitela con il ripieno (riso unito alla crema, orientandovi voi con le proporzioni, la crema comunque deve essere preponderante). 160 gradi in forno ventilato per 60 minuti.

Ovviamente potete sostituire l’olio di riso e il latte di riso con burro e latte senza lattosio o usare latte e burro normali! La scorza di limone potete sostituirla con quella di arancia o mischiarle. E potete aggiungere la ricotta, che io ho omesso. 

Allora, che ne dite? 🙂  Cosa cucinerete voi? Spero di non aver fatto storcere troppo il naso ai non allergici e ai cultori della ricetta originale napoletana 😀

Un abbraccio e Buona Pasqua!

Il momento sacro della giornata: la colazione (low nichel)!

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Le giornate dovrebbero iniziare con un abbraccio, un bacio, una carezza e un caffè. Perché la colazione deve essere abbondante. (Charles M. Schulz)

Mai citazione fu più azzeccata! Per me la colazione è un momento fondamentale della giornata, se la faccio male o velocemente non ingrano. (Lasciamo perdere se la salto proprio 😀 ). Mi sono resa conto però quasi subito che optare per i dolci confezionati non era più per me, a causa di questa malefica allergia 😀

Tutti gli ingredienti principali delle merendine, dei biscotti e delle fette biscottate del supermercato (oli vegetali idrogenati e non, margarina, lievito chimico, cereali, farine integrali) per noi allergici sono vietatiQuindi cosa fare? Rimboccarsi le maniche e preparare tutto in casa ovviamente! 

Gli ingredienti concessi sono molti in realtà: farina 00 o farina di riso, uova, latte, burro, yogurt, mascarpone, ricotta, miele, caffè, frutti non vietati (tra cui mela ed agrumi, utilissimi per fare ottimi dolci profumati). E come agente lievitante ci salva il cremor tartaro con aggiunta di bicarbonato. E’ possibile usare anche il bicarbonato da solo addizionato con una parte acida (succo di limone, ad esempio), ma a me i dolci non sono mai lievitati in maniera decente 😀

Altro tasto dolente: le marmellate industriali. Piene di addensanti chimici e cotte ovviamente in contenitori di acciaio inox. Giusto ieri ho pensato quindi di prepararne una in casa, visto che avevo a disposizione delle mele cotogne fantastiche dell’orto dei miei suoceri. Vi assicuro che non rimpiangerete quelle del supermercato! Soprattutto se avete a disposizione un forno a microonde! Si fa in un attimo e le ricette in rete sono molte.

Ho aperto una sezione del blog dedicata alle ricette, spero di riuscire a riempirla presto così da darvi magari qualche spunto in più!

Non vi ho convinti? Rimane sempre la possibilità di acquistare il prodotto “meno peggio” quando andate a fare la spesa. Io ho girato diversi supermercati e letto non so più quante etichette, e ovviamente testato prodotti, prima di “arrendermi” (pochissimi, ahimè). Andrete abbastanza tranquilli comprando  i “pistocchi” sardi, biscotti simili ai savoiardi ma più grossi, i classici ed intramontabili Pavesini, o il riso soffiato della Fiorentini da mettere magari nello yogurt o nel caffè latte. Oppure optate per i prodotti da forno, ma chiedete sempre gli ingredienti, e leggete le etichette!

Stesso discorso dei dolci possiamo farlo per il pane. E’ vero che il lievito di birra ci è concesso, ma quasi nessuno lo utilizza come agente lievitante. Con il lievito chimico si fa decisamente prima! Ecco che allora dobbiamo optare per il pane azzimo, oppure fare in casa anche il pane. Come alternativa io ho testato il pane carasau della Conad “Sapori & Dintorni” e devo dire che oltre ad essere buonissimo e versatile non mi ha dato grossi problemi. Degni di nota ancora,  anche per uno spuntino, i crackers di riso Scotti.

Io voglio assolutamente vedere il lato positivo di tutto ciò, e spero sia così anche per voi. E’ vero che le nostre vite sono tutte concentrate sul lavoro, lo studio, e gli impegni più disparati, e spesso siamo di corsa, ma forse tornare un pochino ad uno stile di vita sano e naturale male non ci farà, così ci disintossichiamo anche dai prodotti industriali. Prendiamo questa “esperienza” come un’occasione da cui far nascere qualcosa di buono, in tutti i sensi 😉 Volete mettere la soddisfazione di preparare un dolce buonissimo in casa?

SNAS e intolleranza al lattosio

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Studi scientifici hanno dimostrato che i pazienti affetti da Snas hanno molta più probabilità di sviluppare intolleranza al lattosio rispetto alle persone sane. Un campione statistico è stato sottoposto al breath test per il lattosio e il risultato è stato eclatante: la positività del test si è verificata nel 74,7% dei pazienti affetti da Snas, contro il 6,6% del gruppo sano. (“Lactose intolerance in systemic nickel allergy syndrome”, International journal of immunopathology and pharmacology)

E’ evidente che la condizione infiammatoria della nostra mucosa intestinale ci porta ad essere più sensibili ai cibi difficili da digerire o molto grassi. Quindi la buona notizia è che l’intolleranza al lattosio può essere transitoria. Nel frattempo non è necessario eliminare tutti i cibi a base di latte o latticini, ma semplicemente orientarsi su quelli che riportano la dicitura “senza lattosio” o consumare formaggi stagionati (parmigiano reggiano, grana padano, pecorino, emmenthal,  leerdammer.. ).

Io mi trovo molto bene con i prodotti della Granarolo Accadì (mozzarella, ricotta, stracchino, burro), per il latte invece uso Zymil senza lattosio e senza grassi, l’unico che tollero! Il gusto non ne risente!

E voi? Avete problemi anche con il lattosio?

Allergia da contatto al nichel solfato (DAC)

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Il nostro “caro” nichel è un aptene ubiquitario (cioè una molecola a basso peso molecolare che, per nostra disgrazia, si trova ovunque) e rappresenta l’allergene da contatto più diffuso. Abbiamo già detto che non esiste la Snas senza pregressa allergia da contatto al nichel solfato. Io, ad esempio, non ho avuto sintomi sistemici fino all’anno scorso, ma ho sempre avuto reazioni cutanee agli orecchini, alla bigiotteria in generale, ai trucchi e ai saponi. Tenere sotto controllo la Dac è importante per sentirsi bene complessivamente.

Tracce di nichel si possono trovare nei seguenti oggetti (questa è la lista-promemoria che mi hanno dato in ospedale):

  • gioielli, cerniere di tessuti, montature degli occhiali, asole metalliche delle calzature
  • gioielli in argento e oro bianco
  • coltelli, forchette ed utensili da cucina
  • forcine ed arricciacapelli
  • contenitori metallici di rossetti
  • monete
  • piastrine di identificazione
  • strumenti medici ed odontoiatrici (ATTENZIONE! A me hanno dovuto togliere uno splintaggio, che mi dava non pochi problemi in bocca e che sicuramente mi ha fatto ingerire più nichel del dovuto nel corso di questi anni…. Gli apparecchi più sicuri sono quelli in titanio, assicuratevi quindi che nel vostro, se lo portate, non ci sia nichel. E nel caso ci sia, chiedete al vostro dentista di sostituirlo con uno in titanio).
  • sedie di metallo, maniglie, ombrelli
  • ditali, aghi, forbici, utensili per scrivere
  • fili elettrici
  • agenti candeggianti, detergenti, cosmetici, tinture per capelli
  • colori, smalti
  • prodotti da oli minerali, fertilizzanti chimici, cementi

Inoltre il nichel cross-reagisce molto spesso con il cobalto. Quindi prestate attenzione anche a questo metallo.

Vengo ora a darvi qualche consiglio sui prodotti, che ho testato su di me 😀 Ovviamente, aldilà dei gusti personali, devono presentare la dicitura “nichel tested”.

PRODOTTI PER L’IGIENE PERSONALE: io mi sono trovata molto bene con Bionike    http://www.bionike.it/prodotti_it_0_1_0.html     avendo molte altre allergie da contatto oltre quella al nichel (parafenilendiamina, thiomersal, diaminodifenilmetano, sostanze del gruppo Thiurami..). In ospedale mi hanno detto che la Bionike è una delle poche marche che non contiene nessuna di queste sostanze, essendo nata proprio con lo scopo di prendersi cura delle pelli allergiche. Ma ovviamente ogni prodotto deve essere provato sulla nostra pelle per testarne la tollerabilità effettiva. In particolare ottima la linea Triderm, io sto usando il sapone di marsiglia liquido per lavare viso e corpo. Se lo trovate nel formato da 500 ml è molto più conveniente rispetto al formato da 250. Certo, il costo si aggira comunque sui 15 euro, lo potete trovare in offerta a 11. Come shampoo utilizzo, sempre di Bionike, la linea Defence Hair Pro, ho provato quello ultradelicato e quello anticaduta (purtroppo in questo ultimo anno ho perso anche molti più capelli del solito). Non preoccupatevi per la poca schiuma, lavano bene. 😀 Anche qui optate per il formato più grande, quello da 400 ml. Se non avete particolari problemi con altre allergie da contatto, potreste provare con i prodotti de I Provenzali      http://iprovenzali.it/it/   o della Omia        http://www.omialab.it/catalogo-prodotti-e-trattamenti/catalogo-prodotti-e-trattamenti.php      facilmente reperibili nei grandi supermercati o negli Acqua & Sapone, sono nichel tested e senza parabeni, SLES, PEG, siliconi, ecc. Sono gli unici che ho testato su di me prima di orientarmi sulla Bionike, ma ho letto di molte altre marche con gli stessi requisiti, queste forse sono le più semplici da trovare. Non dimentichiamoci del dentifricio, molto importante, se pensiamo che può essere parzialmente ingerito e comunque è a diretto contatto con il cavo orale. Io uso Zuccari  (si compra in farmacia o in alcune erboristerie)    http://www.zuccari.com/product/dentifricio-sbiancante-protettivo/   ma è buono anche  Bjobj anche se mi lascia perplessa per la confezione, visto che l’interno del tubetto è in metallo, ma sicuramente ci avranno pensato e sarà nichel tested anche quello 😀         http://www.bjobj.com/it/linee/igiene-orale                  Si trova soprattutto nei negozi NaturaSi.

COSMETICI: Nemmeno a dirlo, anche per i cosmetici io vado tranquilla con Bionike, linea Defence make up. Ho provato il fondotinta liquido opacizzante, il mascara volume, il correttore in stick, e i rossetti e lipgloss. Tutto liscio 😀 In alternativa potete optare per Helan    http://www.helan.it/la_formulazione.asp?lingua=italiano   .  Non male nemmeno Euphidra  http://www.euphidra.com/cat/make-up  o   L’Erbolario      http://www.erbolario.com/it/erbolario-make-up/                                      

DETERSIVI: Winni’s    http://www.winnis.it/home/home_page.aspx?el=home&scroll=scroll-home&check=0    oppure  Use    http://use.it/simboli-significati.php  . Ricordiamoci comunque di utilizzare sempre dei guanti!

Troverete tante altre marche testate nel Prontuario! Spero di esservi stata utile! E voi che prodotti usate? 🙂

Vaccino e speranze

Nei casi più “critici” noi allergici abbiamo una possibilità: il vaccino (trattamento iposensibilizzante orale al nichel). Il mio livello di tollerabilità, ad esempio, su una scala da 1 a 7, è 2. Ciò significa che senza vaccino per me risulta impossibile reintrodurre anche solo parzialmente nella dieta i cibi che vi ho elencato nella famosa black list del precedente articolo. https://convivereconlasnas.wordpress.com/2015/10/07/dieta-di-privazione-e-limportanza-di-scegliere-un-centro-di-eccellenza/

Ma quali sono i pro e quali i contro del vaccino per il nichel?

Voglio partire dai PRO: se la reazione al vaccino è buona, nel giro di 12 mesi si può aspirare ad allargare la propria dieta, “pescando” nuovamente nella lista dei cibi vietati, in quelli cioè più ricchi di nichel. La Snas è una allergia da accumulo, quindi sarà comunque necessario, all’inizio del trattamento, continuare con la dieta povera di nichel per poi dosare gradualmente i nuovi alimenti e reintrodurli a rotazione (sotto indicazione medica). Lo scopo è quello di mantenere la soglia di nichel assunto quotidianamente su livelli moderati, per non riscatenare i sintomi iniziali. Ci priviamo di molti cibi importanti a causa della nostra patologia (ad esempio i legumi e molti tipi di verdure), e per le donne, in particolar modo, una dieta privativa a lungo termine può provocare anemia. Percorrere questa strada è altamente consigliato se siete nella mia stessa situazione.

Veniamo ai CONTRO: il costo. Il vaccino è distribuito dall’azienda farmaceutica Lofarma http://www.lofarma.it/it/prodotti/immunoterapie-allergene/trattamento-iposensibilizzante-orale-al-nichel.html  ed è a nostro carico. Il costo parte dai 100 per arrivare fino ai 400/500 euro in base alla quantità che vi occorre per terminare le somministrazioni (ciò dipende dal vostro grado di tollerabilità, ma in ogni caso un salto lungo tra una dose ed un’altra non è comunque possibile).

Il rischio di tale trattamento è che il vostro organismo lo rigetti, riscatenando la sintomatologia iniziale e rendendo impossibile la continuazione delle somministrazioni. Ma c’è anche da dire che le percentuali sono confortanti, all’incirca un 70%-80% dei pazienti che si sottopongono al vaccino riescono a tornare ad una dieta libera.

Il vaccino si può ordinare, dopo l’ok del vostro allergologo, direttamente tramite il sito della Lofarma, i tempi di consegna variano dai 7 ai 14 giorni. Io devo ancora iniziare questa avventura, ma prometto di aggiornarvi, sperando di darvi buone notizie 🙂

Una precisazione: il vaccino agisce sui sintomi sistemici, non sull’allergia da contatto al nichel, che, ahimè, rimarrà. Al massimo potrà migliorare. Nel prossimo articolo vi darò qualche dritta proprio sulla sola allergia da contatto, non dobbiamo trascurare nemmeno quella!